NOTTI
DA"LE NOTTI BIANCHE" DI DOSTOEVSKIJ
regia, video, luci e musiche Rajeev Badhan
drammaturgia Elena Strada
ideazione Rajeev Badhan ed Elena Strada
con Elena Strada, Ruggero, Franceschini, Alberto Baraghini
e la partecipazione di allieve e allievi delle scuole se- condarie di secondo grado di Feltre e Belluno
scene Badhan/Strada realizzate da Matteo Menegaz
assistente alla regia Harbans Badhan
assistente alla produzione Alex Paniz
direttore della fotografia Federico Boni
fotografa di scena Elisa Calabrese
produzione esecutiva Rajeev Badhan
produzione SlowMachine
con il sostegno di Fondazione Teatri delle Dolomiti, FUNDER 35, Fondazione Cariverona
Con la partecipazione video dei ragazzi degli istituti superiori Leonardo da Vinci di Belluno e Colotti di Feltre.
Un ringraziamento speciale ad Enrico Turchetto, Demis Da Rold, Cristiana Moritsch e Nanni Dorigo
A partire da “Le notti bianche” di Dostoevskij e passando attraverso “Amore liquido” di Bauman, Elena Strada sviluppa una drammaturgia originale che si interroga sulla dimensione nell’oggi di quell’assoluto e fragile sentimento chiamato amore. Attraverso la regia di Rajeev Badhan, che mette in dialogo teatro, video, video live e una recitazione desaturata, ne nasce uno spettacolo dalla forte tensione visionaria in cui due e più livelli visivi e temporali si intrecciano nella ricerca di un senso profondo delle relazioni ai nostri tempi.
SlowMachine porta avanti con questo lavoro la sua ricerca sui linguaggi del contemporaneo esponendosi ad un confronto tra diverse epoche, generazioni, tecnologie e mezzi espressivi sul concetto di amore.
In scena tre attori/autori di una narrazione che si sdoppia, crea parallelismi, seconde dimensioni, labirinti, per poi infrangersi. Il risultato genera nuovi quesiti: può la liquidità della nostra epoca influire anche sui sentimenti più forti e apparentemente solidi? Il concetto di amore ha un denominatore comune? Amore e libertà sono un binomio incompatibile?…
Interrogativi che ci vedono tutti protagonisti silenziosi di una storia ancora da scrivere.
Può “Le notti bianche”, a duecento anni dalla nascita del suo autore, parlare ancora alle generazioni di oggi? Quali universi può aprire? Quali immaginari può svelare? Quali contrasti può portare alla luce?
Uno spettacolo dalla forte tensione visionaria, un dialogo tra teatro, video e video live, realizzato partendo da una riflessione sul racconto “Le notti bianche” di Dostoevskij, passando attraverso “Amore liquido” di Bauman, in cui due e più livelli visivi e temporali si intrecciano nella ricerca di un senso profondo nelle relazioni ai nostri tempi.
In scena tre attori/autori di una storia che si sdoppia, tra parallelismi e seconde dimensioni, producendo nuovi interrogativi: può la liquidità della nostra epoca, intesa come la fragilità di qualsiasi costruzione, influire anche sui sentimenti più forti e apparentemente solidi? Il concetto di amore ha un denominatore comune? Amore e libertà sono un binomio così incompatibile?
“L’opera dell’autore russo Dostoevskij è il punto di partenza, drammaturgico e narrativo, dell’intera perfor– mance teatrale che, con forza, riemerge attraverso il mezzo del video, quasi fosse un sogno o una proiezione caleidoscopica di ciò che è accaduto o potrebbe accadere. Il testo diventa sia elemento d’indagine che strumento metateatrale, all’interno del quale i personaggi stessi si immergono e si perdono, facendo affiorare nuove domande sull’amore nella liquidità dell’oggi attraverso una recitazione desaturata, “libera– ta” da cliché o sovrastrutture teatrali che possa così correre in parallelo alle emozioni e mettersi in dialogo con la costruzione registica che viaggia tra il video e il reale”
Rajeev Badhan
RASSEGNA STAMPA
04/05/2023
“Lo spettacolo Notti, pur di tutt’altro genere rispetto allo stile che ha reso Delbono un caso inter- nazionale, ha mosso le corde delle emozioni degli spettatori milanesi come di recente era successo giusto con l’immenso Pippo in tournée post-Covid al Piccolo e poco più. Potrebbe non esserci altro da aggiungere, ma (…) questo adattamento bellunese post-anni Dieci del Duemila, del ‘Diario di un sognatore’ originariamente ambientato nella San Pietroburgo del 1837, sia in pratica al livello del primo spettacolo che ha rivelato lo straordinario talento della brasiliana Christiane Jatahy. (…)
Rajeev Badhan, uomo di scena e di inteletto è a suo agio con le nuove tecnologie come con il teatro classico. (…) Basta così. Parlano ancor più lucidamente – e mai avverbio fu più preciso – i visi degli spettatori che hanno faticato a trattenere le lacrime, durante la botta finale così riuscita, anche perché fa leva su un espediente quasi paradossale, se si guarda al linguaggio tradizionale delle emozioni a teatro. Ecco, non vale la pena di spoilerare di più, andando oltre con il resoconto. Andate voi, e in fretta, a vedere questo strepitoso ‘Notti’ …”
Paolo Martini – Dramaholic.it RECENSIONE COMPLETA
04/05/2023
“La compresenza tra una dimensione attoriale concreta ed una dimensione visiva parallela ed inte- grante il racconto non è senz’altro soluzione nuova, ma del tutto originale e seducente è l’amal- gama firmato dal regista Rajeev Badhan…”
Silvia De March – Krapp’s last post RECENSIONE COMPLETA
10/04/2023
“…Rajeev Badhann mette in scena una narrazione che si sdoppia, crea parallelismi, seconde dimensioni, labirinti, mette in dialogo teatro, video, video live. Era un bell’azzardo, diciamolo subito. Il regista osa più di una libertà…”
Cristina Tirinzoni – Ultimaparola.net RECENSIONE COMPLETA
23/01/24
“…Questa materia viene utilizzata nello spettacolo in maniera originale, attraverso parallelismi che utilizzano forme diverse di comunicazione che si avvale della scena, per assoggettarla ad operazioni che fanno un uso ben finalizzato del video…”
Andrea Bisicchia – Lo spettacoliere.it RECENSIONE COMPLETA
29/01/24
“…Se riuscissimo a guardare a un’opera, a ogni opera, per ciò che in fin dei conti è -l’esito dell’incontro unico e sempre mutevole tra l’intreccio indissolubile di contenuto e linguaggio, da una parte, e le persone che vi si imbattono, dall’altra- non potremmo che bisbigliare, con quel ragazzo in platea, «Ah, però!».”
Michele Pascarella – Gagarin RECENSIONE COMPLETA
FOTO
PROSSIME DATE
2024
22 Gennaio – Bagnacavallo – Teatro Goldoni
23 Gennaio – Faenza – Teatro Masini
03 Febbraio – Camogli – Teatro Sociale