Il Teatro di Chiabrera ha un nuovo direttore.
È il trentottenne bellunese Rajeev Badhan, degli SlowMachine. Al concorso indetto dal Comune di Savona hanno partecipato in 59 e, alla fine, è stato scelto proprio il regista della compagnia bellunese, nota per essere uno dei tre soggetti residenti all’interno del Teatro Comunale di Belluno, accanto al Circolo Cultura e Stampa Bellunese e al Tib. «Un incarico che mi onora dichiara Badhan, contattato telefonicamente ieri pomeriggio alla vigilia del debutto di un nuovo spettacolo -, assumerò il ruolo tra un paio di mesi; lì la stagione teatrale è già decisa, ma io inizierò a lavorare prendendo contatti in città e conoscendo la realtà. D’ora in avanti mi dividerò tra Belluno e Savona». Una buona notizia per il regista bellunese, una perdita per la città. E nelle parole del trentottenne si percepisce una punta di amarezza e di malinconia perché, alla fine dopo tanto resistere, anche lui sarà tra i giovani che lasciano una terra difficile per cercare fortuna altrove. Terrà un piede a Belluno, certo, e continuerà a portare avanti la programmazione di SlowMachine con il progetto Belluno Miraggi, ma il suo impegno sarà diviso e lui stesso, su questo fronte, provoca. «Che sia un segnale questo? – chiede in modo provocatorio Chi lo sa. Il grosso problema è che nel nostro territorio si rischiano di perdere occasioni e risorse umane. La progettualità di Slow è pronta, ma ancora ci sono tante incognite e non siamo certi di poter partire né quando». Il programma è già stato abbozzato, le compagnie sono state contattate, ma di fatto le restrizioni rendono quest’anno più del passato importante poter contare su aiuti della Fondazione Teatri Dolomiti sui quali, però, ancora non ci sono certezze. E questi dubbi, oggi, minano la progettualità e impongono, anche, di valutare strade alternative. «Il sostegno è necessario spiega Badhan -, oggi più che mai perché i posti a Teatro sono dimezzati e non abbiamo la certezza che le persone vogliano effettivamente tornare a sedersi in sala, dopo questi mesi. Stiamo attendendo risposte, non abbiamo mai fatto segreto, d’altra parte, di quanta indecisione e quanti dubbi ci siano sempre attorno alla residenza del Comunale e ai fondi». Quella a Savona sarà una posizione artistica e organizzativa, all’interno di un teatro che è il più grande non solo della città ma anche della provincia, con cento posti in più rispetto a quello del capoluogo dolomitico. Laureato in Produzione e progettazione delle Arti Visive all’Università Iuav di Venezia, Badhan si è diplomato come attore all’Accademia Teatrale Veneta (ma la prima laurea è stata quella in Biotecnologie) e si è specializzato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2012 ha fondato la compagnia SlowMachine lavorando anche alla regia degli spettacoli della stessa e a progetti video.