PICCOLE PRATICHE

DI RESISTENZA CIVILE

Ideazione Rajeev Badhan ed Elena Strada

Regia di Rajeev Badhan
Con Oudmane Dembelé, Silvia Egidia Gobber, Ukamaka Nweoakekromo, Ianira Ricetti, Ariela, Shatku, Mauro Sommavilla, Nicolas Toselli
e con il contributo di Mamadou Balde e Abdul Razaq
Suono Mauro Sommavilla

Produzione SlowMachine
Con il sostegno di Comune di Feltre

Questo lavoro nasce come esito di un laboratorio di sperimentazione teatrale multiculturale condotto nell’ambito del progetto FORME realizzato da SlowMachine in collaborazione con il Comune di Feltre la Cooperativa Dumia, il Consorzio Sviluppo e Innovazione e la Caritas di Feltre, un progetto che si poneva come obbiettivo principale quello di creare un processo di integrazione attraverso l’arte teatrale. È stato così realizzato un percorso, a cura di Elena Strada e Rajeev Badhan, da aprile a luglio 2019, che ha visto la partecipazione di giovani provenienti da Italia, Senegal, Nigeria, Mali, Pakistan e Albania.
Dal concetto di “forma” al concetto di “invisibile”. Passando da Calvino a Google. Luoghi da attraversare, vuoti da riempire, percorsi da seguire. Luoghi sici o della mente? Il “viaggio mentale” di Calvino ne “Le città invisibili”, attraverso due personaggi simbolo che uniscono Oriente e Occidente come Marco Polo e Kublai Kan, è stato la guida di un processo di viaggio attraverso la realtà che ci circonda nel contem- poraneo, tra reale e virtuale, in una sospensione che fa emergere un potenziale reale o immaginario in ciascuno di noi, nelle nostre esperienze e in ogni luogo che abbiamo attraversato o attraverseremo.
Siamo dentro a un continuo movimento che trasforma. Nulla è in stasi, tutto si muove, anche se imper- cettibilmente e modi ca le persone, le cose, i luoghi, i paesaggi…le forme. Questo impercettibile movi- mento modi ca anche il pensiero, le culture, ci rende parte di un perenne uire, che sposta gli equilibri, le percezioni, le proporzioni all’interno di cui viviamo o ci viene illustrato di vivere…

“Accettare l’inferno e diventarne parte no al punto di non vederlo più, o cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio…”

I. Calvino

Le forme di “resistenza” possono essere molteplici e per noi, durante questo lavoro si sono aperti molti interrogativi su come poter dare il nostro, seppur piccolo, contributo personale nel contrastare il dilagare di quell’atmosfera di intolleranza e chiusura mentale che caratterizzano il nostro tempo. Sono emerse svariate risposte, ma tutte avevano qualcosa in comune, la necessità di andare a fondo, di trovare fonti dirette, di cambiare i punti di vista, per non essere costretti a seguire la tentazione di credere a tutto quel- lo che ci viene imposto come realtà…”

Badhan/Strada

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